La fregatura più grande dei social network (o meglio, una delle tante fregature) è la possibilità che chiunque possa commentare qualsiasi cosa quasi totalmente impunito perché protetto da uno schermo che lo rende anonimo, almeno apparentemente. Certo, l’idea di totale libertà di espressione alla base di internet è di per sé grandiosa ma, come tutte le cose “grandiose”, ha la facile tendenza a trasformarsi in una vera piaga, fatta di tuttologi e vomitatori d’odio di professione: gli hater. Vero è che i commentatori da bar o le pettegole di paese sono figure antiche quanto l’umanità stessa, ma fino a qualche anno fa restavano confinati tra le quattro mura del caffè, del barbiere o del balcone, mentre adesso hanno una potenziale platea di miliardi di persone.

Tutti noi siamo contro gli Haters, tutti noi siamo d'accordo sul fatto che la violenza verbale sui social stia dilagando in maniera imbarazzante e che i social media sembrano essere come il Far West, dove vince chi ha la pistola più potente.
Sembra ormai diventato impossibile esprimere la propria opinione sotto un post o una notizia, senza essere offeso o deriso da qualcun altro. La libertà di pensiero sembra si stia annichilendo, per paura di essere aggrediti, tendendo così ad un conformismo di massa, che di conseguenza aumenta le frustrazioni delle persone.

Tutti noi però senza nemmeno rendercene conto, abbiamo dei comportamenti da haters. Scarichiamo le nostre frustrazioni sui social, additando e mortificando un personaggio pubblico o privato che sia, molte volte senza nemmeno conoscere tutta la reale storia o le reali motivazioni che vi sono dietro.

La spinta a denigrare l’altro esiste da sempre.  Oggi, però, non si aggredisce più solo per motivi politici, religiosi o razziali, ma anche per cose banali come l’elezione di miss Italia. Siamo tutti potenziali vittime: la Rete amplifica e veicola la violenza verbale a fasce più ampie di individui. E la rende persistente: una campagna di odio online resta per sempre, pronta a riemergere quando l’evento torna di attualità.

LE FAKE NEWS COSTRUISCONO L'ODIO

Un esempio di fake News  costruita apposta per incendiare l'odio in Rete? "Il governo avrebbe mentito sulla magnitudo dell’ultimo terremoto in Centro Italia per non pagare i danni".
La falsa notizia è rimbalzata da una tastiera all’altra grazie a chi condivide i post senza preoccuparsi della verità: l’11% dei giovani tra i 20 e i 34 anni, stando a un’indagine dell’Istituto Toniolo. «In questo modo si è fomentata l’ostilità nei confronti delle istituzioni, sulla pelle della popolazione già sconvolta» ha denunciato la presidente della Camera. Intanto è appena stata depositata una proposta di legge in Parlamento per sanzionare con multe fino a 10.000 euro e reclusione fino a 2 anni i responsabili della disinformazione.

Moltissime persone condividono notizie senza approfondire l'argomento e senza accertarsi se la notizia che stanno condividendo sia vera o falsa. Così facendo si incita all'odio, creando "verità" nate su una bugia.

COME COMBATTERE O RISPONDERE AD UN HATERS

Devi sapere che, come diceva Newton "ad ogni azione corrisponde una reazione..." quindi ad ogni tuo commento corrisponderà un altro commento e così via. Come fare quindi per fermare un Haters? La formula magica è semplice: ad ogni commento negativo, privo di critiche costruttive e non offensive, ma volto solo a fomentare odio e cattiverie basta rispondere con il silenzio. Lascia che la fiamma si spenga da sola. Poco a poco, non troverà più combustibile al suo divampare. Questo è il modo più rapido per frenare l’odio sui social.

Quando un Haters non trova chi lo infiammi, ma viene completamente ignorato, trattato come se non esistesse, automaticamente svanisce, perde valore, e si spegne. L'indifferenza è l'arma più potente contro l'odio virtuale ( Hate Speech) da chi lo divulga solo e unicamente per essere notato.

Il manifesto di Parole O_Stili

Firmato da 300 professionisti dell’informazione, il “Manifesto della comunicazione non ostile” è un vademecum contro l’odio sul web che si può sottoscrivere sul sito www.paroleostili.com. Ecco i punti principali.

Virtuale è reale. Dietro ciò che posti, ci sei tu. Se insulti chi non la pensa come te, fai la figura dell’intollerante.

Le parole hanno conseguenze. Ciò che dici può essere un’arma o una carezza. Sta a te scegliere se ferire l’altro o rassicurarlo. Condividere è una responsabilità. Quando rilanci un post ne aumenti la visibilità. Accertati che sia vero e non alimenti l’odio.

Le persone si devono rispettare. Se qualcuno ha un’opinione diversa dalla tua, puoi dirgli che non sei d’accordo, ma senza offenderlo. Gli insulti non sono argomenti. Non usarli e rifiutali anche quando sono a favore della tua tesi.

Anche il silenzio comunica. Non è detto che si debba avere un’opinione su tutto. Se scegli di tacere su un post, dici molte cose.