Cosa rischio, se il mio vicino di casa denuncia il mio cane che abbaia?

Il proprietario di un animale non ha solo diritti, ma anche dei doveri. Dovrebbe infatti cercare di educare il proprio amico a 4 zampe a gestire la sua assenza durante le ore lavorative, ma ahimè non tutti ci riescono.

Il proprietario di un animale domestico può rischiare un reclamo se, per intensità e frequenza, i «disturbi» provocano insofferenza e causano danno alla quiete, o generano malessere anche in persone di provata pazienza. Il caso più comune è quello del disturbo della quiete, il cane che abbaia spesso, per capirci. Non è semplice insegnare a Fido che, come per volume della musica o del televisore, deve abbassare l’intensità del latrato dalle 10 di sera alle 8 del mattino e che, di giorno, non deve, comunque, esagerare.
Tuttavia, disturbare un solo vicino di casa non significa «disturbo della quiete pubblica» (anche se per il disturbo notturno che impedisca il sonno si rischia una multa o il pagamento di un risarcimento). Perché ciò avvenga, le lamentele devono essere di più persone e l’abbaio continuato. Serve, inoltre, una perizia che dimostri che l’animare reca effettivamente un disturbo insopportabile, prima che si decida nero su bianco di allontanarlo dal condominio.

Così, infatti, ha stabilito la Cassazione: se il cane abbaia non è disturbo della quiete. Se l’animale non disturba una pluralità di persone ma solo il vicino di sopra, di sotto o di fianco, il fatto non sussiste. Affinché ci sia reato, «è necessario che i rumori siano obiettivamente idonei ad incidere negativamente sulla tranquillità di un numero indeterminato di persone».

Detto questo ovviamente non bisogna fregarsene altamente se il cane disturba anche solo una persona, magari si potrebbe pensare di portare il cane da un educatore e fare in modo di risolvere il problema, per evitare dissapori con un vicino o un condomino ( che non è mai bello). Una volta risolto il problema il tuo vicino sarà più felice e anche tu andrai a lavoro più tranquillo.